Ci sono 2 modi per giocare: il modo corretto e il modo sbagliato. Conoscere le regole è l’unica cosa che conta per vincere


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WSOP 2016: più dolori che gioie per l’Italia del poker a Las Vegas. 0 bracciali, come nel 2013

Forse ripetere l’imprese di dodici mesi fa, era chiedere davvero troppo ai nostri ragazzi. Però alla fine della fiera, tornano da Las Vegas, con molti rimpianti e nessun bracciale. Le WSOP 2016 al “Rio” si chiudono senza acuti per gli azzurri, che dopo 50 giorni e 69 eventi, non smuovono lo zero dalla casella dei bracciali vinti. Una mezza macchia, per un movimento che ne avrebbe bisogno come il pane.

Chiudiamo al 14° posto

Passi indietro netti per l’Italia, che nell’immenso medagliere delle WSOP retrocede fino alla 14° piazza. Nessun primo e secondo posto, una medaglia di bronzo e qualche tavolo finale. Le aspettative erano ben altre, soprattutto dopo i risultati ottenuti dai nostri alfieri fra le WSOPE di Berlino e la stagione dell’European Poker Tour. Certo in field così ampi è chiaro che raggiungere la vetta è davvero un’impresa.

135 “In the Money” 

L’unica nota positiva della trasferta Americana è il numero di “In the Money” messi a segno dalla nostra truppa. Lo scorso anno furono 108, nell’edizione appena terminata ne portiamo a casa 135. E grazie a questi numeri, restiamo nella top ten del numero di piazzamenti a premio, per nazioni. Da qui bisogna ripartire per il prossimo anno.

WSOP ev#1 bracciale

2015 e 2016, confronto impietoso

Il 2015 è stato senza dubbio l’anno di grazia per i giocatori italiani. Due bracciali centrati da Max Pescatori, Federico Butteroni November Nine 2015 e diversi tavoli finali che hanno lasciato il segno. Questa volta siamo stati più spettatori che protagonisti e soprattutto zero braccialetti, come non succedeva dal 2013. Segno che i soliti noti non bastano più per raggiungere le vittorie e quelli che stanno dietro, non sembrano al momento in grado di reggere il passo in certi palcoscenici.

USA prendi tutto. Bene Germania e Inghilterra. 

Giocando a Las Vegas, gli americani la fanno da padrona, portando a casa 51 bracciali su 68 assegnati. Potrebbero diventare 52, se uno dei cinque players a stelle e strisce che hanno raggiunto il final table del main event, riuscisse a mettere le mani sul trionfo finale. Se escludiamo gli USA, è l’Europa che sorride con Germania e Inghilterra. Non a caso, sono le due maggiori potenze pokeristiche del vecchio continente e hanno dimostrato ancora una volta, di avere delle ottime scuole di gioco.